Le radici possono essere verbali o non verbali: le prime generano verbi ed esprimono un’azione o uno stato; le seconde non generano verbi se non con l’aggiunta di suffissi.
Se non si aggiungono suffissi:
un verbo può diventare un sostantivo indicante l’azione o lo stato espresso dalla radice, ma non può diventare aggettivo;
un aggettivo non può diventare verbo, ma può diventare un sostantivo che indica un ente che possiede la qualità espressa dall’aggettivo, ovvero che indica “colui o ciò che è…”;
un sostantivo con radice verbale, e cioè che esprime un’azione o uno stato, può ovviamente diventare verbo, ma non può diventare aggettivo: da radici verbali non si possono formare immediatamente aggettivi;
un sostantivo con radice non verbale, ovvero che non esprime un’azione o uno stato, non può diventare immediatamente verbo, ma può diventare un aggettivo che significa “che è… (quanto espresso dal sostantivo)”.
Se non si aggiungono suffissi:
un verbo può diventare un sostantivo indicante l’azione o lo stato espresso dalla radice, ma non può diventare aggettivo;
un aggettivo non può diventare verbo, ma può diventare un sostantivo che indica un ente che possiede la qualità espressa dall’aggettivo, ovvero che indica “colui o ciò che è…”;
un sostantivo con radice verbale, e cioè che esprime un’azione o uno stato, può ovviamente diventare verbo, ma non può diventare aggettivo: da radici verbali non si possono formare immediatamente aggettivi;
un sostantivo con radice non verbale, ovvero che non esprime un’azione o uno stato, non può diventare immediatamente verbo, ma può diventare un aggettivo che significa “che è… (quanto espresso dal sostantivo)”.
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